Il parco di Maggio
Qualche giorno fa, nella sezione “Partecipa” del mio blog dove mi è possibile pubblicare gli scritti dei miei visitatori, ho ricevuto una paginetta. Poche righe scritte come un messaggio cifrato e firmate “L.D.V.” Ogni parola sembra il riflesso di un caleidoscopio che porta a immaginare bellezza e mistero. Quel che mi ha incuriosito è stata la perfetta e sconosciuta connessione tra questo e il secondo scritto ricevuto ma da un altro autore, un certo “G.D.P.”. Che strano, anche lui o lei tratta lo stesso oggetto: il parco di Maggio.
Era bello il parco a maggio!
Sotto il sole caldo di una giornata splendente c’era l’erba verde, c’erano i fiori, i profumi. Parole, sguardi, sorrisi. C’era la meraviglia di essere lì, dove la benevolenza di una divinità sconosciuta ci aveva chiamati.
C’era la vita; come una strada in parte sconosciuta, ma luminosa anch’essa, con la promessa di essere lunga, misteriosa e affascinante insieme.
La promessa di una divinità non è cosa da poco! Va creduta, accolta e vissuta. Quante volte, poi, abbiamo reso omaggio a quella divinità, con gioia e gratitudine, e con la rinnovata meraviglia di essere lì!
In una giornata come oggi, grigia e fredda, con la pioggia e la nebbia, il parco sembra un altro mondo, lontano nello spazio e nel tempo. Le promesse sembrano disattese, tradite. I ricordi non bastano e non consolano.
Forse la divinità si è arrabbiata per qualche ignoto motivo, o forse – semplicemente – la vita è così.
C’è però un ultimo dono: la speranza. Farò in modo che i ricordi siano nuove promesse, futuri momenti di quella gioia che ho visto e vissuto. Per la quale sono immensamente grato. E che cercherò ancora.
L.D.V.
Tutto questo tempo, quanti giorni, quanti anni sono passati? Chissà come stai, dove sei, cosa starai facendo? Quel parco è ancora lì che aspetta umido e freddo in un mese che non sembra il nostro maggio. Sarà sicuramente deserto o frequentato da pochi come chi è costretto a portar fuori il cane o chi fa jogging anche sotto la pioggia. Vorrei essere lì come allora, ma non si può tornare indietro. Vorrei quella vita che mi sembrava un’altra vita. Nei miei ricordi il futuro non mi faceva paura come oggi. Ma non mi scoraggio e mi affido alla Divinità che è sempre benevola, anche quando sembra ostile e avversa. Forse è una lezione apposta per noi. Non ci è dato capirlo, ma solo imparare per evolversi. C’è ancora tanto da vivere: ogni cosa interna ed esterna a noi ha mille sfumature.
Io ci credo e voglio tutto questo. Chissà se lo desideri anche tu?
G.D.P.
17/05/2019 Già! Tanti giorni: tanti anni!
Sembra un tempo molto lontano, vero? E’ così anche per me. Sono cambiate tante cose: è cambiata la vita.
Eppure basta poco – un’immagine, una parola – e tutto questo tempo svanisce. Anche in questo imprevisto dialogo a distanza posso risentire le voci di allora, caute domande che cercavano di svelare i pensieri, parole sussurrate perché non fossero invadenti, le tue risate; le nostre risate. Annuso l’aria, alla ricerca di quei profumi che sono ancora abbarbicati in qualche angolo della memoria.
Anch’io mi chiedo cosa stia facendo tu, adesso, e quanto questa vita, anche per te, sia cambiata. Ma non sai quanto mi dia gioia il capire, dalle tue parole, che i ricordi di quel tempo – almeno quelli! – sono rimasti vivi e risvegliano emozioni. Abbiamo vissuto quel tempo anche quando i dubbi e gli ostacoli sembravano troppo grandi. Abbiamo fatto bene! E chissà quanto quella Divinità, che ancora nominiamo, ci abbia spinti e trascinati, o quanto fossimo invece noi, abbagliati da una promessa indefinita e fantastica, ad andare ostinatamente avanti senza più guardarci attorno. Eravamo più giovani, ricordi?
Ora sono qui, come sai, affaticato dal tempo e dai segni di questo male a cui non riesco ad abituarmi, né a rassegnarmi. I figli hanno la loro vita e il lavoro non mi disturba più: ho tanto tempo libero: Troppo!
Contavamo i minuti a quel tempo! Ricordi? Un’ora sembrava lunghissima. O, spesso, troppo breve. Rubavamo il tempo al sonno e alla strada perché era prezioso. Anche il tempo non è più lo stesso, in questo maggio che – come dici – non è più il nostro.
Però, la vita è imprevedibile, noi lo sappiamo bene! Lasciamola fare. Diamole ancora fiducia. Ci ha fatto regali belli, potrebbe averne in serbo un altro. Perché no?
Dimmi come stai. Raccontami un poco di te. Già questo sarà un regalo!
L.D.V
20/05/2019
Foto di Miriam ed elaborata dall’autrice del blog
Gioia all’ennesima potenza
Quando ti vedrò
sarà gioia all’ennesima potenza
sarà che il tempo si è fermato
sarà che nulla è cambiato.
Non il tuo:” Come stai?”
mi darà commozione
ma il senso di te al mio fianco
già vissuto dentro una chiesa
con il tuo: “Mi vuoi sposare?”
Lo sai che sono di lacrima facile
e non è per la tua assenza
o per questo tuo malore che
segna del tempo la differenza.
E’ per questa gioia all’ennesima potenza
e’ per questo amore della mia esistenza
che rimarrò, lotterò, ti supplicherò
e tu non potrai non ascoltarmi,
e tu non potrai più lasciarmi.
E dopo che la tua mano
mi asciugherà la guancia
ti prenderò a braccetto
e andremo via insieme
stretti dall’effetto
della gioia all’ennesima potenza.
Questo tempo è tiranno: ogni giorno vola e non ti rendi conto che abbiamo un piede sempre più nella fossa. Lo so è strano che io sia pessimista. ma tu caro il mio L.D.V. concedimelo, anche perché è venuta a mancare la mia cara mamma, così mio padre si è trasferito da noi. E’ difficile. Sembra tutto più difficile. Sono disorientata da un dolore che ti ovatta i sensi e da questo nuovo vivere. Sono sempre più preoccupata: non più i figli che per benevola divinità sono da poco “sistemati”. Loro Hanno gli affetti, un buon lavoro e la casa. Il mio caro vecchio invece è così confuso che si dimentica spesso la caffettiera sul fuoco e lascia la porta di casa sempre aperta. Quando ripone le cose le cambia di posto e poi, non ricordandosi del trasferimento, pensa con terrore che davvero siano stati i ladri. Non sa più quando è giorno e quando è notte. Se a proposito gli chiedo -Che giorno è oggi?- o -Che ore sono?- risponde che non lo sa e che l’ha annullata perché non gli interessa. Io lo guardo e vedo l’angoscia del mio futuro dove un giorno cancellerà anche me. Ma di certo ne il futuro e ne il passato mi condizioneranno. Io voglio vivere nel presente. E se mi prende un periodo nero come è stato e come è adesso, cedo allo scoraggiamento per un po’ e poi mi dico di resistere, resistere a tutti i costi. Perché io ho te. Tu hai me. Abbiamo tanto da dire e molto da fare. Tienilo bene a mente. E poi gli altri ci credono capaci di ogni obiettivo. Non vorrai deluderli. Riprenditi il tuo spirito che ti aspetto al parco. E’ li che vorrei parlarti di me… e con molta gioia.
G.D.P.
06/06/2019 Non ho più rivisto il parco a maggio.
Ma ho visto il fiume a giugno. E ho rivisto Te, anche se per un tempo troppo breve.
Il grande fiume gonfio d’acqua,che ha sommerso alberi e isolotti, tra rive lussureggianti in una giornata già calda dopo mesi di pioggia.
Chissà – mi sono chiesto – se anche qui, come nel parco, esiste una divinità. O qualcosa che, comunque, mi richiama in questo posto, me lo fa ricordare e desiderare quando sono altrove e che mi fa sentire bene, “a casa”, quando sono qui.
Ma forse non è il fiume… Mi sono meravigliato ancora, come succedeva in passato, nel ritrovare in un attimo i gesti usuali, la naturalezza e la confidenza che sembrano smentire, quasi, tutto il tempo che è trascorso e mi riconducono senza sforzo a sensazioni ed emozioni che mi sembra di aver lasciato solo ieri.
Sarà il mio cervello, che tende a fare quello che vuole ultimamente.
Però sono momenti belli! Da qualunque parte vengano. Ed è una fortuna inattesa il poterli vivere ancora, dimenticando per un poco i guai del presente e le incognite del futuro. E per avere, ogni volta di più, qualcosa di bello da ricordare. Non per vivere di ricordi! Questo no. Ma è giusto anche guardarsi indietro ogni tanto, almeno per capire come si è vissuto, e da questo capire forse un po’ meglio che uomini siamo stati, e che uomini siamo. Insomma, non c’è niente di male a girare la testa indietro per un momento, per dire: ecco, di questo sono soddisfatto, contento, orgoglioso, ho scelto bene, ho vissuto bene. E pensare che se l’ho fatto già, forse potrò farlo ancora. E’ un passato che serve al presente e anche al futuro.
Beh! Se dovessi augurare qualcosa ai miei figli, questa sarebbe proprio la possibilità di potersi, a suo tempo, guardare indietro ed essere contenti di come hanno vissuto. Che non è poco: vorrebbe dire che la vita è stata vissuta bene e non ha lasciato dietro di sé quelle cose terribili che sono i rimpianti!
Ora i figli devono fare la loro strada e compiere le loro scelte. Il mondo adesso è loro e non voglio nemmeno dare consigli su come trattarlo, anche perché è già molto diverso dal nostro.
Anche noi continueremo a vivere, intanto, finché la vita, o la divinità di turno, non si sarà stufata e dirà: “Va bene, basta così… Adesso fatti da parte, lascia spazio!” Ai nipoti magari! Che, ancor più dei figli, sembrano incarnare il futuro e nei quali, forse, un poco di noi continuerà testardamente a vivere.
Continuiamo, guardando un po’ avanti e un po’ indietro: lascio scorrere il presente, cogliendo quel che di buono mi dà e senza arrabbiarmi troppo se non è proprio come vorrei. Certo, alcune cose non mi piacciono, ma è sempre stato così! So che prima o poi passano e verrà qualcos’altro. Non so cosa, ma forse sarà una buona cosa, perché no? Breve o lunga che sia, andrò a vedere.
Come andrò a vedere ancora il fiume, e perfino il parco di maggio magari! Chi lo sa? Ho ancora dei desideri, ma lascerò fare alla vita, che mi ha sempre stupito e forse lo farà ancora.
E tu..?Non ho più rivisto il parco a maggio.
Ma ho visto il fiume a giugno. E ho rivisto Te, anche se per un tempo troppo breve.
Il grande fiume gonfio d’acqua,che ha sommerso alberi e isolotti, tra rive lussureggianti in una giornata già calda dopo mesi di pioggia.
Chissà – mi sono chiesto – se anche qui, come nel parco, esiste una divinità. O qualcosa che, comunque, mi richiama in questo posto, me lo fa ricordare e desiderare quando sono altrove e che mi fa sentire bene, “a casa”, quando sono qui.
Ma forse non è il fiume… Mi sono meravigliato ancora, come succedeva in passato, nel ritrovare in un attimo i gesti usuali, la naturalezza e la confidenza che sembrano smentire, quasi, tutto il tempo che è trascorso e mi riconducono senza sforzo a sensazioni ed emozioni che mi sembra di aver lasciato solo ieri.
Sarà il mio cervello, che tende a fare quello che vuole ultimamente.
Però sono momenti belli! Da qualunque parte vengano. Ed è una fortuna inattesa il poterli vivere ancora, dimenticando per un poco i guai del presente e le incognite del futuro. E per avere, ogni volta di più, qualcosa di bello da ricordare. Non per vivere di ricordi! Questo no. Ma è giusto anche guardarsi indietro ogni tanto, almeno per capire come si è vissuto, e da questo capire forse un po’ meglio che uomini siamo stati, e che uomini siamo. Insomma, non c’è niente di male a girare la testa indietro per un momento, per dire: ecco, di questo sono soddisfatto, contento, orgoglioso, ho scelto bene, ho vissuto bene. E pensare che se l’ho fatto già, forse potrò farlo ancora. E’ un passato che serve al presente e anche al futuro.
Beh! Se dovessi augurare qualcosa ai miei figli, questa sarebbe proprio la possibilità di potersi, a suo tempo, guardare indietro ed essere contenti di come hanno vissuto. Che non è poco: vorrebbe dire che la vita è stata vissuta bene e non ha lasciato dietro di sé quelle cose terribili che sono i rimpianti!
Ora i figli devono fare la loro strada e compiere le loro scelte. Il mondo adesso è loro e non voglio nemmeno dare consigli su come trattarlo, anche perché è già molto diverso dal nostro.
Anche noi continueremo a vivere, intanto, finché la vita, o la divinità di turno, non si sarà stufata e dirà: “Va bene, basta così… Adesso fatti da parte, lascia spazio!” Ai nipoti magari! Che, ancor più dei figli, sembrano incarnare il futuro e nei quali, forse, un poco di noi continuerà testardamente a vivere.
Continuiamo, guardando un po’ avanti e un po’ indietro: lascio scorrere il presente, cogliendo quel che di buono mi dà e senza arrabbiarmi troppo se non è proprio come vorrei. Certo, alcune cose non mi piacciono, ma è sempre stato così! So che prima o poi passano e verrà qualcos’altro. Non so cosa, ma forse sarà una buona cosa, perché no? Breve o lunga che sia, andrò a vedere.
Come andrò a vedere ancora il fiume, e perfino il parco di maggio magari! Chi lo sa? Ho ancora dei desideri, ma lascerò fare alla vita, che mi ha sempre stupito e forse lo farà ancora.
E tu?
L.D.V.
17/06/2019 Non ci credo ancora: ti ho rivisto!
Così la vita mi ha portato da te come nell’immensità del fiume, nei contorni frastagliati dei verdi intorno ai gialli dei campi rasati del grano raccolto in uguali e compatti riccioli tondi sparsi qua e là. Quanti tramonti ci ha regalato quella distesa pianura! Diversa e intrigante fino all’ultimo, col suo occhiolino luccicante tra gli alberi in silhouette. Quante foto ho nella mente. Ognuna è un’emozione che mi divampa e mi fa piangere, mi fa ridere, mi fa felice. E quando rimango sola con me stessa e penso alla bellezza di un momento vissuto, l’ansia cessa e nulla più mi turba. E’ in quello stato di assoluto e profondo equilibrio è come raggiungerti subito. Immediatamente! Sono a un passo dal cielo e ogni mio desiderio si avvera. Ti prego, nel bene sorprendimi ancora. E oltre al più nobile e chiacchierato sentimento, avrai la mia eterna gratitudine.
G.D.P.
23/06/2019 Ci siamo un po’ persi. Troppe cose da fare, forse, e anche troppo caldo, troppi cambiamenti, novità che si sovrappongono e richiedono attenzione. Mi sono perso qualche tuo scritto, insomma, che ritrovo adesso.
Mi è dispiaciuto molto sentire le novità tristi, ma questo lo sai già: come dici tu, servono a ricordarci che siamo molto precari e perciò anche a prendere al volo le occasioni che si presentano e che potrebbero non ripetersi. La vita può cambiare rapidamente e senza preavviso, e non si è mai abbastanza pronti.
Però siamo riusciti a vederci, e ne sono felice, ma anche questo lo sai già!
La vita va avanti nel, bene e nel male; staremo a vedere che intenzioni avrà!
Ci pensavo proprio oggi, guardando i nipoti mentre giocavano prima di pranzo; sembrerà strano, ma li vedo ancora come una novità che non so da dove sia arrivata. Forse perché non fanno parte dei ricordi che più spesso mi ritornano in mente, di quella parte di vita che mi è più cara; loro allora non c’erano, e quando sono arrivati la vita è cambiata con uno stacco netto.
Per quanto voglia loro bene e sia felice di vederli qui, vorrei dire che non mi sono ancora familiari: è una cosa un po’ strana. E’ come se loro appartenessero a una vita, o a un tempo, a cui io non sento più di appartenere. Ogni tanto li osservo e cerco di capire che carattere hanno, cosa pensano e cosa vogliono (anche se piccoli). Cerco di immaginare come cresceranno, come saranno da grandi, cosa potrebbero fare, sapendo che non indovinerò, ma solo per il gusto di farlo. Ecco: faccio una grande fatica a immaginare qualcosa del loro futuro; mi sembrano così diversi, così “nuovi”, che il possibile futuro si perde in una specie di foschia dove loro diventano indistinti e dove io non ci sono.
C’è solo una cosa da fare: aspettare e vedere. La piccolina (18 mesi scarsi) oggi era felice perché le avevano preso gli occhiali da sole, come la mamma e il papà! E’ venuta a mostrarmeli, indossandoli e togliendoli per vedere la mia meraviglia, con quel tanto di civetteria che già a questa età mostra. L’altro – più grande – per non essere da meno è corso a recuperare i suoi occhiali, aggiungendo per l’occasione il casco da ciclista, che la piccola ha subito cercato di strappargli. Però sono entrambi allegri! Hanno un buon carattere.
Gli servirà!
Godiamoci il presente, alla fine, visto che il futuro è nebuloso. E stiamo pronti alle inevitabili sorprese che verranno.
Chissà se riuscirò a sorprenderti ancora (come mi chiedi). Mi piacerebbe, e ce la metterò tutta.
Ma tu abbi pazienza se i tempi non saranno quelli di prima! D’altra parte sono lento, ricordi?
L.D.V
27/06/2019 Ogni cosa a suo tempo e forzarlo non serve. Per esperienza non porta a buon risultato, anzi il più delle volte è inutile. Cosi aspetterò la tua lentezza o meglio la lentezza che fa comodo e che in fondo porta saggezza. Si è vero, in questi giorni sono stata molto indaffarata. Una mia amica mi ha coinvolta in un’associazione dell’adozione a distanza. L’evento mirava a raccogliere fondi e a sensibilizzare anche chi non ha grosse finanze. A me è toccato la parte amministrativa e la comunicazione di approccio in sede di aperitivo. Eravamo sui colli bolognesi e la location era sicuramente d’effetto: una terrazza immersa nel tramonto che offriva, da una parte la panoramica mozzafiato della città, e dall’altra la vista di una sera che arrossiva luccicante nell’acqua della piscina. Il frizzantino bevuto, mi aveva dato scioltezza nelle parole, ma alla fine avevo la gola secca, un calo di voce e non c’era ghiaccio a darmi un po’ di refrigerio. Ma per una buona causa questo non fa testo. e poi c’è questo chiodo fisso, forse per causa di quello che abbiamo perso. Ti ho mai parlato di adottare un bambino? Anche se a distanza, significa mandare soldi per dargli il sostegno di una vita migliore. Io invece vorrei crescerlo tra le mie braccia, tenerlo attaccato al cuore fisicamente, insomma seguirlo passo passo nel suo percorso e nei suoi progetti. Esattamente come ho fatto coi miei figli che sono grandi, autonomi e indipendenti. Chissà se la divinità benevola mi manderà dei nipoti. Tu che hai ricevuto questo dono sono certa che l’apprezzerai. Perché se i figli sono il bastone della vecchiaia, i nipoti danno un proprio senso alla vecchiaia e credo che scoprire qual’è, compensi questo nostro piede dentro la fossa.
G.D.P.
03/07/2019 E’ bella questa iniziativa dell’adozione. Mi trova d’accordo: l’idea di dare una possibilità in più a un bambino che ne ha poche deve (o dovrebbe) essere esaltante. Non è come un figlio naturale, ovviamente, ma comunque, sapere che una creatura starà meglio grazie a te, che avrà la possibilità di crescere e fare qualcosa nel mondo può rendere orgogliosi. L’abbiamo fatto per i nostri figli, in tanti modi, e adesso questi sono grandi, lavorano, pensano e creano qualcosa, dando il loro apporto all’umanità che si evolve; generano nuove vite, per la felicità loro e nostra. I figli, vicini o lontani, anche quelli che non si vedranno mai, sono una parte di noi che scagliamo in avanti nel tempo, che ci sopravvivrà e conserverà le orme leggere del nostro passaggio ancora per un po’. O per sempre, come alcuni pensano.
Io non l’ho mai fatto; ci ho pensato qualche volta ma, per un motivo o per l’altro, non l’ho fatto.
Sarà la mia lentezza, forse, e un po’ me ne dispiace.
Ci sono i nipoti, come ricordi tu, a dare un senso alla vita che passa. Ci sarebbe anche da chiedersi: “Quale senso?”; ma qui le cose si complicano e una risposta certa non si avrà comunque. Pensiamo che ci sia, e basta! Vogliamo pensarlo: perché una vita senza un senso non sarebbe bella.
Ma, a parte il futuro e l’eredità che possiamo lasciare, i nipoti sono una gioia da subito. Da nonni li si può guardare con più calma (con i figli si aveva fretta). Li si vede crescere dalla giusta distanza e si vede anche quello che nei figli non avevamo osservato. Bisogna solo stare attenti a non mostrare preferenze; non tanto per loro, ma per i figli, che si offendono subito. Parlo dei miei, adesso: a volte questi piccoli mi sembrano più intelligenti dei genitori! Sono più diretti, capiscono le cose in fretta, senza tanti ragionamenti; avvertono immediatamente gli umori di chi hanno intorno, e sono bravissimi ad adeguarsi volgendoli a loro favore.
A volte mi chiedo dove imparino certe cose! Non ho ricordi precisi, ma dai racconti credo che noi fossimo più tonti alla loro età! Fanno anche un po’ paura…
Lo vedrai da sola tra non molto: rincorrerai i tuoi nipoti, li farai giocare e insegnerai loro molte cose; forse li vizierai, anche, combattendo con i genitori che non saranno d’accordo. Sarai comunque una nonna attenta e premurosa, vivace e saggia: una fantastica nonna! Vedrai crescere quei bambini per molto tempo e loro ti vorranno bene.
Io, lo sai, sono rimasto lento; che ci vuoi fare? Tu mi scuserai, e mi darai tempo: anche se il tempo è una merce preziosa e sempre più in esaurimento. Non dobbiamo nemmeno farci fuorviare! In fondo, del tempo non è la quantità che conta, ma la qualità, come è vissuto. Questi contatti con te mi aiutano a viverlo meglio; mantengono viva la fiammella e mi fanno desiderare altro: momenti di un futuro ancora possibile, con la compiacenza di quella divinità!
A presto
L.D.V.
23/07/2019 Mio caro L.D.V.
Tu sei già dentro la -circonferenza dei nipoti-, io ancora no. Non so quando, e se arriveranno. I miei figli, un maschio e una femmina, come la loro generazione sembra che non abbiano niente: l’amore, il lavoro, la casa, gli amici, i divertimenti, i viaggi e invece hanno tutto. Quel tutto è secondo me troppo perché non sono mai contenti. Comunque è della loro vita che si tratta e sta a loro decidere come viverla. Per quel che mi riguarda, non sono pronta per i nipoti. Se immagino il momento che uno di loro mi dirà: “Mamma fra qualche mese sarai nonna!” so già che sarò nel panico. Esattamente come quando seppi di essere incinta. Nel cambiamento in atto, il mio inconscio mi rivolta come un calzino. Mi fa fare sogni contorti, incomprensibili e mi presenta tutta la mia ansia perché non voglio uscire dalla zona di confort. E’ da poco che ho stabilizzato un certo equilibrio: con mio padre che si è trasferito da noi, coi miei fratelli che accampano mille scuse per non occuparsi del genitore… Rimettere in discussione i tempi e le modalità pratiche mi costa fatica anche mentalmente, anche se poi finirò per lasciarmi coinvolgere dalla novità e dare tutta la mia disponibilità. Perché io faccio così, anche a costo di svenarmi. Ma vedremo quando sarà il momento. Intanto mi aggiorno, tento di rimanere al passo con le nuove tecnologie. Leggo molto e ultimamente prediligo i giovani autori. Uno di questi è Han Han che è il blogger più famoso della Cina, con 450 milioni di visitatori e circa 15.000 commenti ogni giorno. Ha soli 28 anni e il Time lo ha classificato tra le 100 persone più influenti del pianeta. A consacrarlo leader della sua generazione e il romanzo “Le tre porte” che ho letto divorando ogni pagina. Accattivante e fresco, il suo scritto, con dovizia nei particolari racconta di come è difficile diventare grandi nella nuova Cina. Devo farlo leggere ai miei figli. Forse acquisteranno quella gratitudine per il tempo, il posto e per quella parte di mondo che li ha cresciuti. Però prima lo presto a te mio caro L.D.V. A meno che tu non stia leggendo altro. Fammi sapere. Un bacio e a più presto del presto.
G.D.P.
P.S. Il libro “Codice dell’anima” di James Hillman lo hai letto? Un articolo lo raccomanda come il libro che tutti dovremmo leggere. Mi ha incuriosito.
27.07.2019
Grazie! Accetto con gioia l’offerta del tuo libro: lo leggerò volentieri.
Anche perché sto diventando sempre più ignorante di cose orientali. Anni fra me ne interessavo perché quella parte del mondo esercitava un grande fascino. Ora sono diventato più pigro, e anche più lento, per cui seguire quegli eventi – così remoti – è qualcosa che faccio di rado. Anche il fascino dell’oriente, a dire il vero, è sbiadito. I tempi cambiano, e anche noi.
E nel rinnovarsi continuo di questi tempi siamo spesso presi – e anche assaliti – dalle novità che richiedono la nostra attenzione. I nipoti, appunto sono parte di queste novità: che sono novità belle, anche più attraenti dell’Oriente. Sono anche più faticosi, vedo, ma è un prezzo che si paga volentieri!
Tu sembri essere in ansia già all’idea che possano piombarti addosso: esagerata! Sappiamo bene entrambi che li aspetti con gioia, e che, quando arriveranno, faranno presto a soppiantare anche i figli nella priorità delle tue attenzioni. D’altra parte saranno anche dei nipoti fortunati, perché avranno una nonna fantastica!
E poi, diciamocelo, almeno nei primi anni daranno molti meno guai di quelli che danno i figli. Parlo dei miei figli in particolare, ma sento che non sono i soli. Forse hai ragione quando dici che hanno avuto troppo: ma, in questo caso, la colpa è nostra e non ci possiamo lamentare troppo adesso.
Oggi c’era qui la nipote piccolina, un anno e mezzo, che ha la passione delle scale. Le sale come un ragno, velocissima, e poi tenta di ridiscenderle come facciamo noi, in piedi. Ho visto suo padre molto preoccupato.
Per fortuna suo zio, mio figlio, si è preso l’incarico di insegnarle a scendere “di culo” (come dice lui poco elegantemente) . Sembra che le lezioni siano state efficaci, ma soprattutto la piccola si divertiva un mondo. E noi ancora di più! Quelli che si divertono meno sono i cani (i “caiii” dice la piccola), povere bestie, che sono buonissimi e molto attenti, ma soggetti ai suoi assalti che vorrebbero essere amichevoli, ma sono anche pericolosi. Perciò le bestiole fanno acrobazie notevoli cercando elegantemente di evitarla.
Ma vedrai di persona! E credo che non passerà molto tempo perché ciò avvenga. Così, anche tu come tutti noi, completerai l’opera nei confronti dei figli dando loro ancora qualcosa in più; per la quale cosa, almeno, ti saranno molto, molto grati!
Ultimamente , avendo tempo, ho rivisto un vecchio film: “La famiglia” di Ettore Scola. E mi è venuto da pensare che, in fondo, non è cambiato poi molto nelle nostre famiglie. Con i dovuti distinguo, naturalmente, ma vi ho ritrovato quasi tutte le situazioni che anch’io ho visto succedere in prima persona.
Da un lato è rassicurante, si potrebbe dire che, se le situazioni si ripetono, è più facile esservi preparati; Invece no, purtroppo: mi accorgo che ognuno deve provare di persona per capire e imparare.
Magari è giusto così; ma deve essere per questo che ogni tanto ci arrabbiamo con i figli che non vogliono ascoltare qualche nostro ammonimento. Dovranno imparare sulla loro pelle, alla fine. E noi dobbiamo arrabbiarci meno.
Ma di questo ormai sappiamo tutto, vero? ( dei figli, dico). E abbiamo dato il possibile.
Ora non ci resta che rifarci con i nipoti!
A presto! Con un forte abbraccio.
L.D.V.
29/08/2019
Faccio finta che non sia passato tutto questo tempo per darti una risposta, ma è come avessi mancato a un patto con te. Scusami, ma un po’ mi conosci. E’ un po’ che mi sento come una sorgente asciutta. Mi chiedo dove è finito il mio entusiasmo. Dove è la mia motivazione, e perché mi pare di stare dentro una bolla di apatia? Sarà il caldo di questo agosto afoso che non fa respirare. Ho bisogno di te. Solo in te rivedo la parte più vera di me. Quella naturale, spontanea che si mostra solo in certi momenti. La tua anima mi ha chiamata quando tu avevi bisogno ed io sono arrivata. Quanto ero impacciata, ricordi anche se il mio atteggiamento era tutt’altro: disinibito e qualche volta sfacciata. Ma ora io chiamo te anche se sottovoce, perché la tua salute sembra darti un certo grattacapo. Mi mancano le nostre conversazioni di politica, di filosofia, di sesso e di psicologia… Mi mancano le conversazioni sciocche giusto per alleggerire l’argomento. Mi manca la tua voce calda e paziente che sembra capire tutto e porta pazienza anche per una come me che la pensa diversamente e si batte testardamente per quel principio. Mi mancano i nostri viaggi, le nostre colazioni e quelle cene in posti particolari. Mi manca sognare con te. Eppure io adoro la mia vita, la mia famiglia, mio padre e anche i nipoti che ancora non ci sono. Nel senso che io li vedo già nel mio disegno del futuro loro, ma io sarò vecchia. Sempre più vecchia. Sempre poi che riesca a diventare vecchia. Nelle mie parole, nei miei scritti ci sarà l’impronta e il tremolante dolore fisico. Non so se saprò ancora volare con la fantasia o se sarò abbattuta dagli acciacchi. Lo so che tu dirai: “Ma dai sembri una ragazzina”! Ma io a volte ci penso e l’idea che ho è come essere scaraventati da un momento all’altro in una piccola isola deserta senz’acqua potabile. Feriti e senza forze per chiedere aiuto e nessuno che accorre a quel flebile richiamo. Terribile vero? Non può essere così. Non deve essere così. Parliamo d’altro, ti va? altrimenti mi intristisco e mi riduco a elucubrare. Ultimamente faccio molta meditazione e leggo libri. L’ultimo è di una scrittrice cinese: Yiyun Li, e il suo romanzo ha il titolo “Caro amico dalla mia vita scrivo a te nella tua.” L’ho scelto pensando a te. E poi perché è un libro che nasce dal buio partendo con due domande particolari: perché scrivere e perché vivere? Cosi giunge a trovare saggezza attraverso il suo percorso indispensabile. Una saggezza che anche io spero di incontrare. Ora mio caro L.D.V. devo andare. Ti mando un bacio alla velocità della luce. A presto G.D.P.
09.09.1019 Ancora una volta mi dà molto piacere ritrovarti qui. E non preoccuparti del tempo che è passato: l’importante è che tu ci sia, con i ritmi che senti più opportuni.
D’altra parte, come dici, ci conosciamo abbastanza, no? Sappiamo che le regole troppo stringenti sono mal sopportate da entrambi, e che non ne abbiamo bisogno; se c’è un patto tra noi, può essere solo quello di essere spontanei, per non tradire la fiducia che abbiamo riposto l’uno nell’altro di un rapporto sincero.
Mi ha colpito quel tuo sentirti “una sorgente asciutta” (in estate, poi, è più preoccupante!), però non è la prima volta che succede, l’abbiamo visto altre volte e so che anche questa volta passerà . Anche per te gli impegni si sono moltiplicati in questi mesi ed è legittimo aspettarsi che la stanchezza si faccia sentire, ma conosco anche le tue risorse e la tua capacità di ripresa: so che ritroverai la tua vena creativa, l’acqua che farai ancora sgorgare brillante e fresca come sempre.
Io mi sento un poco impotente. Sai che non è cattiva volontà, ma non riesco più a esserti vicino come prima – fisicamente, intendo – ed è un fatto che mi pesa moltissimo. Sono sempre qui, in ogni caso, per tutto quello che ancora riuscirò a fare.
Spero che tu mi accetterai anche così, come sono oggi, con la voce calda che è diventata roca, con qualche momento di insofferenza per sentirmi quasi in prigione, e perfino di rabbia per non poterne scappare.
Ora tocca a te – ragazzina! – avere più pazienza e comprensione. Finché vorrai.
E’ importante questo rapporto! Malgrado i guai successi, la lontananza e i problemi che conosciamo resiste, e già questo dice quanto sia profondo. Mi sento molto fortunato per questo!
E chi l’avrebbe detto tanti anni fa? Ti ricordi? Spesso eravamo come due gatti con il pelo diritto e i canini in mostra. C’è voluto tempo per capire e anche per accettare i sentimenti e le incertezze di questo rapporto, che allora ci facevano paura. Poi l’abbiamo conosciuto, e vissuto intensamente! E ancora oggi è qui, non tanto per riproporci i ricordi: è ancora vivo e vitale, sembra dirci che lui si aspetta ancora qualcosa, che non abbiamo ancora finito di conoscerlo e di viverlo. E allora andiamo avanti!
Da questo blog l’autrice ha scritto la poesia “Questa benedetta vita” che stupisce, illude e colpisce – – e non sai mai cosa aspettarti. Vero! Mi è piaciuta. Ha uno stile asciutto ed efficace, che va su e giù trascinando i pensieri. Una vita che non sai mai cosa voglia fare e dove voglia arrivare. A volte, in questa vita, ho fatto cose per un certo scopo e ne ho ottenuto un altro. A volte, poi, il risultato imprevisto si è rivelato migliore di quello che volevo. Non ho mai trovato una regola o una direzione certa, che andasse secondo le aspettative. La vita a un tratto cambia e fa quello che le pare, e non c’è verso di tenerla in riga. E allora, tanto vale lasciarsi trasportare, o almeno seguirla in quello che sembra di voler mostrare. Così adesso, che non so bene cosa aspettarmi, e non so dove sto andando, tornerò ad avere fiducia e a seguire l’istinto, o il cuore, più che il cervello. Farò quello che posso per raggiungere qualche altro momento di gioia che, istintivamente, sento ancora possibile.
Non ho ben chiaro il percorso, perciò un poco spingerò e un poco mi lascerò andare.
So, però, che su questa strada ci sei anche tu, questo è certo, e vorrei che ne percorressimo ancora un pezzo insieme. Finché questa benedetta vita ce lo permetterà.
Un bacio LDV